La tematica sulla diversità di genere è storia nota in molti settori, anche nel gaming. Ancora oggi le donne gamer sono poche e “silenziose” e la sensazione è che non riescano ad esprimersi al meglio. Il gender gap ancora oggi esiste, ci sono stati passi in avanti ma stiamo andando ancora troppo lenti per il tempo in cui viviamo. Per cercare di prendere consapevolezza della situazione odierna, abbiamo parlato con Giulia Capacci, Gameplay Designer di Nacon Studio Milan. Giulia, oltre ad essere una Gameplay Designer è anche un’appassionata di videogiochi, quindi abbiamo deciso di discutere con lei del panorama gaming e del gap di genere.
1- Giulia, tu lavori per una software house molto importante e sei una gamer appassionata: perché, secondo te, quando si parla di videogame, ancora oggi, si fa sempre riferimento ad un pubblico maschile?
Gli stereotipi sono chiodi molto ardui da scacciare: rimangono infilzati a fondo nella mente, così in profondità che – ancora prima di accorgertene – rischiano addirittura di arrugginire! Fino a qualche tempo fa, l’immaginario collettivo vedeva la figura del “ragazzino nerd e solitario” ad accompagnare quella del videogioco, come se l’evasione e l’escapismo fossero le uniche componenti degne di nota a dover essere prese in considerazione, risultando così in un’etichetta semplicistica da apporre su questo singolo profilo specifico. La realtà dei fatti, però, è diversa, e dati (incoraggianti) alla mano si può notare che sempre più ragazze e donne sono coinvolte in questa industry, non solo per i ruoli di giocatrici, ma anche per quelli di sviluppatrici, CEO e direttrici creative. Probabilmente, ci vorranno tempo e parecchia pazienza prima che questo dato riesca ad arrivare a quel punto di trasparenza tale per cui lo stereotipo possa essere definitivamente debellato in favore di una visione più veritiera e completa, ma i presupposti per il cambiamento ci sono, quindi mi sento fiduciosa per il futuro!
Per leggere l’intervista completa, iscriviti alla Nacon Academy Crew